Noi e il pozzo Becca. Un progetto, nato per trasformare un posto in un Luogo con la "L" maiuscola, un sito importante per la storia e per la cultura della nostra città e dei nostri cittadini, per non dimenticare un evento che ha segnato il passato, portato dalla guerra e dalle enormi stragi commesse per colpa del più grande conflitto della storia. Ecco perchè noi, alunni della classe 3^A della scuola media Andrea Costa, abbiamo lavorato e ci siamo impegnati per ridare vita a un luogo diventato "posto" negli anni, dimenticato e raramente commemorato, per non dimenticare!
L'eccidio del Pozzo Becca fu l'ultimo efferato eccidio dei fascisti, a Imola, al termine della seconda Guerra Mondiale. A poche ore dalla liberazione della città, nel profondo della notte tra 12 e 13 aprile 1945, 16 prigionieri politici ancora reclusi nel carcere della Rocca furono caricati su due autocarri, fra urli e minacce vennero condotti al pozzo dello stabilimento ortofrutticolo Becca. I giovani prigionieri erano già stati sottoposti a sevizie e a torture, e presso il pozzo Becca di viale Vittorio Veneto subirono maltrattamenti ancora più atroci. Gli uomini furono uccisi a colpi di mitra e bombe a mano, e i loro corpi furono gettati nel pozzo, coperti con i mattoni del muretto e della garitta. I responsabili delle sevizie, dopo aver infierito sui corpi occultandoli, si diedero alla fuga.
“Non ho mai visto in vita mia uno spettacolo così orrendo". A parlare fu I.C. Ried da Aberdan, ufficiale della Ps dell'Amg, dopo aver esaminato i cadaveri- è incredibile che tanta crudeltà possa esistere in un essere umano”.
Come comunicò la radio alleata, i cadaveri furono talmente straziati da rendere irriconoscibili le vittime. Mutilazioni, ustioni e unghie strappate: furono solo alcune delle torture a cui i prigionieri vennero sottoposti.
I fascisti, quella notte, rafforzarono il coprifuoco impedendo a chiunque di avvicinarsi, nonostante le urla atroci. I corpi vennero quindi ritrovati solo il 15 aprile. Gli autori dell'eccidio vennero condannati a trent'anni di reclusione nel 1948.
I ragazzi della 3^A della scuola secondaria A. Costa di Imola hanno voluto rendere omaggio alle vittime dell'eccidio, restituendo la dignità a quei corpi martoriati. A loro è stata dedicata una performance basata sulla citazione di una poesia "dal dolore fiorisce la bellezza" del poeta sloveno S. Kosovel. Questo pensiero ha dato il via alla ricerca, di fronte all'orrore di un gesto atroce, di una chiave di lettura. Gli studenti, in preparazione alla loro esibizione, hanno realizzato video-interviste, videoclip e altri contenuti multimediali racchiusi nel sito web creato per raccontare il loro percorso.
L'eccidio del Pozzo Becca fu l'ultimo efferato eccidio dei fascisti, a Imola, al termine della seconda Guerra Mondiale. A poche ore dalla liberazione della città, nel profondo della notte tra 12 e 13 aprile 1945, 16 prigionieri politici ancora reclusi nel carcere della Rocca furono caricati su due autocarri, fra urli e minacce vennero condotti al pozzo dello stabilimento ortofrutticolo Becca. I giovani prigionieri erano già stati sottoposti a sevizie e a torture, e presso il pozzo Becca di viale Vittorio Veneto subirono maltrattamenti ancora più atroci. Gli uomini furono uccisi a colpi di mitra e bombe a mano, e i loro corpi furono gettati nel pozzo, coperti con i mattoni del muretto e della garitta. I responsabili delle sevizie, dopo aver infierito sui corpi occultandoli, si diedero alla fuga.
“Non ho mai visto in vita mia uno spettacolo così orrendo". A parlare fu I.C. Ried da Aberdan, ufficiale della Ps dell'Amg, dopo aver esaminato i cadaveri- è incredibile che tanta crudeltà possa esistere in un essere umano”.
Come comunicò la radio alleata, i cadaveri furono talmente straziati da rendere irriconoscibili le vittime. Mutilazioni, ustioni e unghie strappate: furono solo alcune delle torture a cui i prigionieri vennero sottoposti.
I fascisti, quella notte, rafforzarono il coprifuoco impedendo a chiunque di avvicinarsi, nonostante le urla atroci. I corpi vennero quindi ritrovati solo il 15 aprile. Gli autori dell'eccidio vennero condannati a trent'anni di reclusione nel 1948.
I ragazzi della 3^A della scuola secondaria A. Costa di Imola hanno voluto rendere omaggio alle vittime dell'eccidio, restituendo la dignità a quei corpi martoriati. A loro è stata dedicata una performance basata sulla citazione di una poesia "dal dolore fiorisce la bellezza" del poeta sloveno S. Kosovel. Questo pensiero ha dato il via alla ricerca, di fronte all'orrore di un gesto atroce, di una chiave di lettura. Gli studenti, in preparazione alla loro esibizione, hanno realizzato video-interviste, videoclip e altri contenuti multimediali racchiusi nel sito web creato per raccontare il loro percorso.
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By Domenico Garofalo
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